venerdì 5 dicembre 2008

Unioncamere: Italia a due velocita', il divario Nord-Sud aumenta

Si allarga la forbice tra Nord e Sud: nel 2007, la media nazionale del Pil tra le due zone del Paese ha mostrato una differenza di 713 euro a testa. Se per ogni italiano il Pil pro capite è di 25.921 euro, quello del Centro-Nord è stato di 30.505 euro, quasi il doppio dei 17.433 euro del Mezzogiorno.

Secondo le stime di Unioncamere, rese note in occasione dell'Assemblea, rispetto al 2006, nelle regioni più sviluppate del Paese l'incremento della ricchezza prodotta per abitante è stato di 1.143 euro, nel Mezzogiorno di 430. Ovvero, la forbice della ricchezza prodotta tra Centro-Nord e Sud si è allargata in un anno di ulteriori 713 euro a testa. Tra la prima e ultima provincia italiana, il divario continua a crescere anche quest'anno: la ricchezza prodotta nel 2007 attribuibile a un crotonese (14.548) e' pari al 36,9% di quella prodotta da un milanese (39.442 euro). Il gap nel 2006 era del 37,6%.

Le prime 65 posizioni della classifica nazionale, secondo la ricerca realizzata da Unioncamere e Istituto Tagliacarne, sono occupate tutte da province del Centro-Nord. Alle spalle di Milano, le province ad alto livello di ricchezza prodotta sono Bologna, Bolzano, Aosta e Modena. Quindi Roma, che mantiene un saldo sesto posto, seguita da Firenze. Al capo opposto, Crotone, preceduta da Enna, Agrigento, Foggia e Lecce.

Unioncamere evidenzia che nella graduatoria del Pil provinciale totale Cremona si impone come la provincia che fa segnare, rispetto al 2006, la performance più significativa (+7,0%) in una classifica che vede solamente aree del Centro-Nord fra le tredici province più dinamiche. Il Lazio ottiene un ottimo risultato che non è da ascrivere solamente a Roma (seconda in classifica per dinamiche di crescita con un +6,9%), ma anche a Frosinone (terza con il 6,8%) e Rieti (ottava con un +6%). Per il Veneto da segnalare Verona (quarta, +6,8%), Padova (nona, +6%) e Belluno (undicesima, +5,7%). Anche la Lombardia ha una significativa presenza nella top ten delle variazioni del prodotto interno lordo totale, con ben quattro province (Cremona, prima, e Bergamo, Brescia e Sondrio rispettivamente quinta, settima e decima in termini di dinamica) alle quali si aggiungono Pavia e Lodi (dodicesima e tredicesima). Non brillanti risultano invece, in un confronto su base annua, le dinamiche delle province liguri, che si collocano tutte a partire dalla settantacinquesima posizione di Imperia con Savona, La Spezia e Genova posizionate dal 98esimo al 100esimo posto.

Per quanto riguarda il Mezzogiorno, Taranto è la provincia con la maggior crescita (+5,5%,) seguita da Sassari (+5,1%) e Cagliari (+4,8%). Agli ultimi due posti della graduatoria nazionale in termini di crescita si collocano Caltanissetta ed Enna (quest'ultima presenta addirittura una minima recessione in termini monetari).

Fra le migliori performance, quelle di Sondrio e Pisa (dieci le posizioni recuperate). Il capo opposto della graduatoria è occupato da Lecco e Alessandria, scese entrambe di undici posti, Nuoro (meno dieci posizioni) e Trento (meno nove).

fonte:http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsid=76696

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