martedì 5 agosto 2008

Il busto di Ferdinando II di Borbone nel palazzo municipale di Locri

Locri e Gerace unite nella "riscoperta e nel recupero della propria memoria storica nonché delle tradizioni storiche-culturali-economiche della propria terra". Questo il senso della cerimonia di presentazione del Busto di Ferdinando II° di Borbone, (busto in ghisa realizzato nel 1854 nelle Reali fonderie di Mongiana e ritrovato nel marzo del 2003 a Locri dalle maestranze dell'impresa Varacalli durante i lavori di ristrutturazione dello storico Palazzo della città), sottolineato dagli interventi dei sindaci di Locri e Gerace, rispettivamente Carmine Barbaro e Salvatore Galluzzo. All'appuntamento, organizzato dalla città di Locri con l'adesione di quella di Gerace e col patrocinio della Regione e del Sacro Ordine Militare Costantiniano di San Giorgio e la partecipazione dell'associazione culturale "Due Sicilie" e del Circolo di Studi storici "Le Calabrie", tenutosi giovedì sera nei giardini di Palazzo Capogreco, c'erano anche i parlamentari Bova, Meduri e Crinò, numerosi sindaci della Locride, personalità del mondo della cultura. Ad illustrare le grandi doti di statista di Ferdinando II°, Nicola Zitara, presidente della "Due Sicilie", Filippo Racco, presidente de "Le Calabrie", la cattedratica dell'Università "Federico II°" di Napoli, Mariolina Spadaro, l'ispettore archivistico onorario Vincenzo Cataldo, l'architetto della Scuola di Alta formazione in Architettura e Archeologia dell'Università di Reggio, Vincenzo De Nittis, e l'ispettore onorario delle Belle Arti, Maria Carmela Monteleone. "A 150 anni dalla fine del regno delle Due Sicilie - dice Zitara - il Re Burlone (anche cos' è stato definito Ferdinando II°), decide di uscire dalla sepoltura e rifarsi vivo (il busto sarà collocato nel salone dello storico Palazzo municipale in via di rifacimento), nel suo ex regno quasi a voler ammonire tutti a fare tesoro del passato, a riscoprire le nostre tradizioni e l'orgoglio di gente positiva, laboriosa, tenace, che ha fatto grande la storia di queste contrade e che può indicare alle generazioni future la via del riscatto, della civiltà, del progresso".

da "Il Quotidiano della Calabria", 7 agosto 2004

venerdì 1 agosto 2008

Capo d’Orlando Messina: il Sindaco “piccona” la targa di Garibaldi

Palermo, 31 lug. - (Adnkronos) - Il sindaco di Capo d'Orlando, in provincia di Messina, vuole riscrivere la storia partendo dalle piazze. Ieri Enzo Sindoni ha preso a picconate la targa di piazza Giuseppe Garibaldi, maledicendo l'eroe risorgimentale come "un feroce assassino al servizio di massoneria e servizi inglesi". Presa a martellate la vecchia targa in memoria dell'eroe in camicia rossa, Sindoni ha rinominato la piazza 'IV luglio'. "Riferimento ermetico - scrive il 'Corriere' - a un evento dimenticato, una battaglia navale del 1299 con seimila morti. Sgusciato da varie peripezie giudiziarie, Sindoni, eletto con lista civica, assessori di diverse estrazioni, si infuria con chi lo accusa di iniziative folkloristiche e non teme le reazioni dei comitati pro-Garibaldi appena nati, fiero di incoraggiamenti autorevoli che arrivano persino dalla Regione".

Da Palermo, lo storico italiano Francesco Renda invita tutti "a studiare la storia, anche a rivederla, a riscriverla, non a frantumare targhe" e propone al governatore Raffaele Lombardo di evitare "manifestazioni inutilmente offensive. Capisco che le sue origini - puntualizza Renda - non stanno nel Risorgimento, ma nel separatismo. Bene, studiamolo, ristudiamolo. Improvvisando - chiosa lo storico - c'e' solo presunzione e ignoranza".

''Ma forse a Capo d'Orlando - scrive il 'Corriere della sera - preferiscono agganciarsi a un altro professore di Storia moderna, Daniele Tranchida, cuore a destra, studenti all'universita' di Messina: 'Studiamo da tanti anni e infatti ormai sappiamo che fu strumento almeno inconsapevole di disegni antimeridionali". La piazza della cittadina in provincia di Messina e' stata "strappata a Garibaldi e ridotta a un numero, il 4 luglio - termina il 'Corriere' - che pero', per ironia del destino coincide con la sua data di nascita. Come fosse lo sberleffo di 'don Peppino'".